E’ stata dunque la volta di Maurizio Ricci che ha presentato il ‘Progetto Riabilitativo’ nel paziente con linfedema. Ricci ha molto ben evidenziato come le difficoltà relative al rischio di in appropriatezza per i trattamenti, vista la normativa vigente, danneggia molti pazienti in molte realtà sul territorio nazionale. Quello che è maggiormente emerso è la potenzialità recettiva delle strutture riabilitative che varia, da regione a regione, in funzione delle normative locali, comportandosi con atteggiamenti assistenziali alternanti, quasi a macchia di leopardo. Verrebbe da dire che, quasi quasi, in alcuni casi non converrebbe ammalarsi in certe regioni, oppure occorrerebbe cambiare residenza perché venga riconosciuta la giusta dignità assistenziale a casi clinici complessi e, spesso, non riconosciuti come tali.
Castobello, presidente della LILT di Siracusa, ha convintamente messo a disposizione la sua struttura (tradizionalmente dedicata ai pazienti oncologici) anche ai pazienti portatori di linfedema primario. Anzi, ha addirittura auspicato che del problema possa essere investita anche tutta la rete nazionale della LILT per contribuire ad assistere capillarmente i tanti malati che ne sono affetti.
Esimio Prof. Sandro Michelini,
personalmente La ringrazio con tutto il cuore per questa relazione, chiara, comprensibile che ci esorta a camminare con Voi, clinici, per questa strada tortuosa, che ora vede uno sbocco. Quale?quando? non avete la sfera di cristallo, ma certamente la consapevolezza che come paziente, ho, ora, alimentata la speranza di un futuro futuribile, sicuramente la certezza di non essere più vessata, come in passato, per le mie presunte “fisime” Ora si sta facendo formazione ed informazione e noi pazienti ci sentiamo meno soli nella giungla della macchia di leopardo. Sono consapevole delle carenze infrastrutturali dei centri ospedalieri, della Vostra lotta quotidiana con le risorse economiche erogate in misura decrescente, ma confido che l’acquisizione di nuove conoscenze scientifiche, porti ad una più idonea programmazione per la ridistribuzione delle risorse, perchè esse, mi sembra di comprendere, porteranno a curare molte altre patologie croniche, correlate e non, per le quali si spendono molti soldi unicamente per fronteggiare il dolore che di fatto non ne curano la causa. Sono certa della Vostra professionalità, deontologica,etica, supportata da una personale carica di umanità, di tutti Voi clinici, che state seguendo questo cammino, per questo non posso che rinnovarVi sentimento di stima e riconoscenza auspicando di “fare in tempo” a vedere i primi risultati, certamente i posteri non dovranno più subire le iniquità del nostro tempo. GRAZIE!!!!L’augurio più caro di “Buon Lavoro”Cordialmente Giovanna Danieli