SALUTE. Il nazionale Andos a Montecchio
Articolo tratto dal GIORNALE DI VICENZA
Antonella Fadda
MONTECCHIO MAGGIORE
Armonia fra corpo e mente: si tratta di un binomio irrinunciabile per una donna in salute, ma indispensabile per la donna che ha subito un intervento al seno, soprattutto se la causa è un male, a volte incurabile, che le ha portato via una parte fondamentale della femminilità.
È l’argomento principale del 29° Congresso Nazionale Andos che si è aperto ieri a villa Cordellina Lombardi di Montecchio Maggiore e che durerà fino a domani.
Armonia, quindi, è l’obiettivo essenziale e vitale per una donna che ha subito una mastectomia parziale o totale. Un intervento che va accompagnato da una riabilitazione fisica, ma soprattutto psicologica e anche sociale.
Ma il tema che verrà trattato diffusamente da medici e specialisti del settore, durante il congresso, sarà soprattutto quello riguardante il linfedema, una complicazione cui va spesso incontro la donna operata al seno.
«Purtroppo una donna su 4 operata al seno va incontro a questo problema – spiega Sandro Michelini, responsabile di riabilitazione vascolare del San Giovanni Battista di Roma e coordinatore del comitato scientifico “Sos linfedema” – cioè l’accumulo di liquido nell’ascella dopo una mastectomia». Un tale accumulo provoca il cosiddetto “braccio grosso”.
«Provoca serie complicazioni fisiche – prosegue Michelini -. È assolutamente vitale ripristinare la circolazione alternativa con trattamenti appositi come le tecniche di manipolazione».
Ma non è solo un problema fisico o estetico, visto che ci sono anche conseguenze da non sottovalutare come il cambiamento dei rapporti familiari poiché avere il braccio gonfio ricorda sempre alla paziente la sua malattia e provoca disagio.
«L’aiuto può arrivare da centri seri che possono sostenere, aiutare ed informare non solo la donna ma tutta la sua famiglia».
Una riabilitazione a 360 gradi, insomma, come evidenzia anche Maurizio Ricci, primario di medicina riabilitativa dell’ospedale Le Torrette di Ancona e coordinatore nazionale dei medici fisiatri.
È lui a spiegare che «la medicina riabilitativa prevede la presa in cura in senso globale, un progetto che interessa la persona a percorrere un iter per risolvere i suoi problemi emotivi, familiari ma anche sessuali e motori».
Una buona notizia arriva anche dal campo della chirurgia.
«Oggi grazie alla tecnica del linfonodo-sentinella – spiega il primario del Centro Donna di Montecchio, Graziano Meneghini – alla maggioranza delle pazienti non vengono più asportati tutti i linfonodi dell’ascella. Così si riducono le complicazioni post operatorie dovute al linfedema».
La riabilitazione e le tecniche per combattere il linfedema permette alle donne operate al seno di ridurre il trauma prodotto da questo intervento invasivo, e di iniziare un percorso per ritrovarsi.
Ecco perché all’interno del congresso un approfondimento è dedicato anche all’estetica.
«È vitale sentirsi belle dopo aver perso qualcosa dell’esser femminile – dice la presidente di Andos Ovest Vicentino, Piera Pozza – Le terapie cambiano fisicamente. Quindi truccarsi, curarsi ed essere in ordine è fondamentale perché è il primo passo per iniziare a stare bene».