Nuove frontiere di conoscenza e di terapia in cui stanno giocando un ruolo conclamato e trainante la cultura medica cattolica e l’impegno di persone davvero «speciali» fra cui il dottor Matteo Bertelli, 38 anni, giovane ma già autorevole genetista di origini bresciane e animatore di MAGI Onlus, il quale da tempo si sta prodigando per tessere una tela, o meglio una rete di contatti e di scambi fra le realtà d’eccellenza e di riferimento nel campo, su scala nazionale e internazionale, coinvolgendo istituti di grandissimo nome come il Dipartimento di genetica dell’ospedale “Sollievo della sofferenza” di San Giovanni Rotondo, gli ospedali “Gemelli” e “San Giovanni Battista” di Roma e, ora, l’Università di Navarra.
Un esempio di «collaborazione scientifica multicentrica al servizio della persona sofferente»; un lavoro rigorosamente pro life senza eccessivi clamori e soprattutto un’unione di forze che sta producendo molti risultati concreti, sia negli studi sia nelle terapie, comprese quelle prenatali. Due esempi: il primo Rapporto sistematico in Europa sul linfedema primario familiare, grave malattia genetica dei vasi linfatici che può sfociar e in terribili elefantiasi e amputazioni degli arti. E l’apertura, sempre a Dro, di un centro d’avanguardia per la diagnosi genetica, gestito dalla Magi in convenzione con le Asl dell’intero territorio nazionale. Ma la nuova «rete» non si ferma all’Italia e all’Europa.
Composta da medici specialisti, biologi e biotecnologi di altissima preparazione, MAGI Onlus si sta anche adoperando per veicolare le più aggiornate conoscenze sulle malattie genetiche a realtà sanitarie «arretrate » come quelle dei Paesi in via di sviluppo o di alcune zone dell’Est europeo. Progetti internazionali che attualmente comprendono la formazione e l’ospitalità in Italia per medici provenienti da Repubblica Ceca, Albania, Slovacchia, Russia.