Giornata nazionale di Sensibilizzazione sul Linfedema 2018 (sezione Puglia)

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PROGRAMMA

9:00 –  Introduzione: Perché  una giornata nazionale?
(Domenico Perrone, Vicepresidente nazionale SOSLinfedema Onlus)

9:15 – Le malattie rare oggi in Italia. La realtà pugliese
(D.ssa Cinzia Morciano, Referente Aziendale per le Malattie Rare, ASL Lecce – D.ssa A. Daniela Greco, Responsabile Ambulatorio Territoriale del Linfedema primario e secondario, ASL Lecce)

9:40 – Linfedema: ruolo del genetista
(D.ssa Luigia Morciano, Referente Aziendale per le Malattie Rare, Azienda Ospedaliera “Card. Panico” – Tricase)

10:00 – Presentazione delle novità normative e indicazioni sulla procedura per ottenere l’esenzione
ed il riconoscimento di patologia rara per i Linfedemi primitivi
(Chiara Riccardi, referente SOSLinfedema Onlus)

10:20 – Organizzazione dell’Ambulatorio Territoriale per il trattamento del Linfedema primario e secondario
(D.ssa  Giovanna Coccioli, Fisioterapista dell’Ambulatorio, ASL Lecce)

10:40 – Proiezione del filmato: la presa in carico riabilitativa del paziente affetto da Linfedema
(D.ssa Nunzia Librale, Fisioterapista dell’Ambulatorio, ASL Lecce)

10:50 – Dimostrazione pratica: Linfodrenaggio manuale, bendaggio multistrato,
contenzione elastica e tipi di contenzione
(D.ssa Antonella Manco, Fisioterapista dell’Ambulatorio, ASL Lecce)

11:10 – Presentazione nuovi presidi elasto-compressivi  per la terapia del Linfedema
ed ausili per la gestione quotidiana della patologia.

11:30 – Spazio ai pazienti: i medici, i fisioterapisti, i referenti di SOSLinfedema Onlus  e gli altri operatori sanitari presenti saranno a disposizione dei pazienti e di quanti sono alla ricerca di ulteriori informazioni sulla patologia.

TRATTAMENTO DELL’EDEMA FLEBOLINFATICO??

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Corso Base e di Perfezionamento

6-7 Aprile 2018
22-23 Giugno 2018

Docenti:
Dr. A. Cavezzi (coordinatore)
TdR. S. Paccasassi

Dr.ssa V. Quinzi

Dr.ssa M. Coggiola
P. Cavezzi
R. Colucci

F. Franceschini

Per tutte le informazioni sui corsi:

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0735.500635

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370.1163042 (mobile, Whatsapp, Viber)

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Report Corso di Riabilitazione dei Flebolinfedemi. Milano 26-28 Gennaio – 9-11 Febbraio 2018

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Dedicare del tempo alla formazione crediamo sia un dovere ma, se il gruppo è particolarmente motivato ed interessato, può diventare anche un piacere. E’ quello che ci succede abitualmente da molti anni a questa parte ma, questa volta, l’interesse e la partecipazione sono stati veramente entusiasmanti. Un gruppo di fisioterapisti provenienti da ogni parte d’Italia (Milano, Como, Trento, Varese, Brescia, Torino, Macerata, Terni, Isernia, Taranto, Firenze), 4 dalla Svizzera (3 da Lugano ed una dal Canton Ticino) e persino una da Parigi, con l’intento di apprendere le novità diagnostiche, terapeutiche e normative riguardanti la gestione clinica del paziente con edema da causa vascolare periferica. Con un metodo già da molti anni collaudato abbiamo proposto una serie di informazioni di anatomia, fisiopatologia, diagnostica clinica e strumentale, frutto dell’esperienza quotidiana e di un continuo aggiornamento derivante dal confronto continuo con le esperienze dei massimi i esperti mondiali nei corsi e nei convegni internazionali che si susseguono su questi argomenti.

Che fosse un ottimo gruppo (dal punto di vista didattico) lo si è visto da subito, quando, con le prime sedute di pratica manuale, abbiamo notato un livello medio di ‘manualità’ molto elevato. Ed eccellente si è rivelata anche la rapidità di ‘apprendimento’ che ha consentito (cosa rara nei corsi teorico-pratici) di fluire velocemente con i vari argomenti di patologia linfatica e venosa e di ripetere i concetti con approfondimenti in esempi clinici che hanno consentito, con le frequenti domande e con i quesiti spontanei dettati dalle esperienze cliniche personali dei corsisti, di chiarire ancor meglio le tematiche trattate.

La cosa che ha maggiormente colpito è stata che il primo giorno del secondo periodo di corso, per la prima volta (non ci era mai successo nei corsi precedenti!) ben tre fisioterapisti hanno portato e presentato su nostra sollecitazione al resto del gruppo, i risultati ottenuti su tre distinti pazienti, in virtù di quanto appreso fino a quel momento del Corso.. Una terapista ha addirittura approntato una decina di diapositive per mostrare i risultati del trattamento di un linfedema secondario dell’arto inferiore (lusinghieri dal punto di vista clinico); un’altra terapista ha mostrato un miglioramento del trofismo e della consistenza e volume di un arto inferiore con linfedema primario. Molto interessante il trattamento di una terza terapista che ha curato con alcune sedute di linfodrenaggio un caso di Web Axillary syndrome (uno degli ultimi argomenti trattati nella prima parte del Corso): dopo solo 4 sedute il cordone in corrispondenza del collettore linfatico trombizzato nel terzo superiore del braccio si è, in questo caso, mirabilmente ‘dissolto’, sono scomparsi il dolore e l’impotenza funzionale articolare di spalla consentendo all’interessata un completo recupero funzionale dell’arto superiore. La terapista, in questo caso, ha continuato a trattare la paziente, più che soddisfatta del risultato ottenuto.

Il materiale da bendaggio, utilizzato con cognizione e con buon impiego nella ‘disposizione’ sull’arto ha consentito di effettuare il trattamento dell’arto inferiore e dell’arto superiore in tempi adeguati e di provare esercizi fisici stimolanti le varie pompe muscolari degli arti, ad ulteriore rafforzamento del risultato terapeutico. Utile completamento, anche in questo senso, è stato il poter proporre ai corsisti di effettuare (se particolarmente interessati) un corso aggiuntivo di addestramento alla rilevazioni delle misure per il confezionamento di indumenti elastici a maglia piatta ‘su misura’, da effettuare presso un’azienda che si occupa della produzione di questi presidi, contestualmente alla verifica diretta di alcune delle fasi della lavorazione sui macchinari in fabbrica.

Particolare interesse ha destato anche la trattazione della malattia trombo embolica con riguardo alla prevenzione della stessa, alla diagnosi precoce ed al trattamento selettivo nei singoli stadi della malattia. Altro successo è stato conseguito con la proiezione di una tabella/griglia che, abitualmente, si compone in diretta, durante la discussione, con il riempimento di molte caselle dall’interpretazione delle quali è possibile extrapolare con notevole attendibilità una diagnosi di presunzione della natura dell’edema che può quindi essere ‘approcciato’ con maggior sicurezza ed efficacia dall’operatore nel singolo caso clinico.

I vari filmati proiettati durante le giornate di corso (sulla fisiopatologia del linfedema e suo trattamento, sulle funzioni immunologiche del sistema linfatico e loro preservazione, sulla descrizione di casi complessi in una replica di una trasmissione di Wilde condotta presso l’Ospedale San Giovanni Battista di Roma, sulla prevenzione della malattia trombo embolica e sulla fisiopatologia delle ulcere venose) hanno contribuito ad ulteriormente chiarire molti dei concetti espressi durante la parte teorica del corso.

Si è creato da subito con il gruppo un clima di fiducia reciproca e di piena collaborazione nell’interesse dell’obiettivo comune del ‘trasmettere’ le esperienze cliniche al solo fine di mettere in condizioni degli operatori sanitari di curare bene e con cognizione di causa.

Un merito particolare va anche all’Organizzazione del Provider, Fisio Kinesis, che ha scelto una sede molto adatta e dotata di spazi ed apparecchiature audio-visive ben funzionanti, a Sesto San Giovanni, nella zona di Breda, presso la Sede dell’Istituto Superiore di  Osteopatia (ISO).

Con un clima del genere l’interesse si è ipertrofizzato ed al momento dei saluti ci si è reciprocamente impegnati a continuare nel confronto sulle esperienze che verranno fatte in futuro, nella sola ottica di ottimizzare le risorse  e fugare eventuali dubbi futuri sugli approcci terapeutici e sulle risposte cliniche consequenziali agli stessi.

Dr. Sandro Michelini                                         Dr. Alessandro Failla

 

 

Milano 11 Febbraio 2018.

Attualità nel trattamento del LInfedema

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In occasione della Giornata Campana di Sensibilizzazione sul Linfedema sono state realizzate delle interviste ai prof. Amato  e Michelini, alla nostra Consigliera dr.ssa Tramparulo, al dr. Scotti presidente dell’Ordine dei Medici, al dr. Andria del Coordinamento Malattie Rare, alla dr.ssa Piantadosi del Centro Serapide, al dr. De Filippo, il dr. Bertelli, alla dr.ssa Benedice della Commissione Sanità Campana, il dr. Niglio, il dr. Scaramuzzino.

Il tema per noi cogente è sempre lo stato attuale del trattamento del Linfedema.

Report del prof. Michelini sulla Giornata di Sensibilizzazione Regione Campania

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Prof. Sandro Michelini
Una circostanza di incontro e confronto ben riuscita ed improntata su un estremo pragmatismo, lo stesso che contraddistingue i colleghi Bruno Amato ed Angela Piantadosi che con i loro collaboratori hanno organizzato questo evento di rara concretezza (di questi tempi in cui si parla molto, spesso con note di auto-celebrazione diretta o con interposto intervento del giornalista compiacente di turno).
Dopo i saluti di rito da parte del Presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli Silvestro Scotti, dell’On Flora Beneduce che ha presentato la delibera approvata all’unanimità in Consiglio Regionale Campano sull’applicazione delle linee guida a livello Regionale con l’istituzione di 5 Centri preposti al riconoscimento della patologia rara Linfedema primario e del loro successivo affidamento alle strutture disponibili per il  management consequenziale, è stato dato spazio agli interventi preordinati.
Alle tre sommarie presentazioni dello scrivente sullo stato di ‘messa a punto’ delle linee guida sul territorio e relative criticità, di Matteo Bertelli sulle novità in ambito genetico (con l’introduzione di circa 40 nuovi geni che verrano da ora in poi ricercati nei pazienti con linfedema primario per determinarne la natura e di Angela Piantadosi che ha descritto le modalità di presa in carico assistenziale sul territorio del paziente con forma primaria e secondaria, si sono succedute le testimonianze, in una tavola rotonda moderata dalla giornalista Del Gaudio, cui hanno partecipato pazienti, associazioni, professionisti e semplici cultori della materia.
Tra le altre testimonianze quella di Nunzia Tramparulo che, per SOS Linfedema ed a nome del suo Presidente Franco Forestiere, ha esternato tutti i dubbi sull’affidamento da parte di alcune Regioni dei Centri di riferimento non conformi ai dettami delle linee guida stesse ma, spesso, affidati a referenti tutt’altro che esperti nella patologia rara. Le ha fatto eco il Prof. Generoso Andria, responsabile della rete campana delle malattie rare che ha dedotto, da gran parte della discussione sviluppatasi, che al tavolo di lavoro per la definizione dei Centri di riferimento sarebbe senz’altro molto utile che sedessero le associazioni dei pazienti stesse per portare il loro contributo concreto sull’argomento; ha quindi affermato che si sarebbe adoperato per realizzare questa evenienza. Alle sacrosante lamentele di alcuni pazienti sulle carenze (cliniche e non solo) riscontrate nel lungo iter che ha condotto loro alla diagnosi e sulla scarsa disponibilità dei centri preposti ai trattamenti ed al management cronico della patologia si è aggiunta la sottolineatura dello scrivente che ha ricordato quanto sia importante l’informazione corretta e completa del paziente o del ‘car giver’ (soprattutto nell’età adolescenziale ed in quella senile) ai fini dell’adesione alle proposte terapeutiche. Si è quindi ricordato l’importanza dell’esecuzione di test sulla qualità della vita, tipo SF36, la sua versione sintetica SF12 ed il POMS (profile of mood states) che meglio definiscono la personalità premorbosa stessa del paziente consentendo all’operatore di effettuare eventuali correttivi comportamentali per migliorare il risultato clinico finale, frutto del rapporto medico-paziente-fisioterapista. Si è ricordato che la malattia è cronica e che quel termine ‘per sempre’ grava come un ‘macigno’ dal punto di vista psicologico sulla qualità di vita del malato; la psicologa Sanny De Vita  che lavora presso il Serapide di Napoli è rimasta affascinata e segue con grande interesse i pazienti presi in carico presso la Struttura per le gravi sofferenze e frustrazioni psicofisiche croniche cui gli stessi sono soggetti, spesso con apparente totale disinteresse da parte delle istituzioni. Il Medico di famiglia, nella figura del dr. Clemente Toderico, ha dimostrato un interesse crescente verso la patologia dichiarando disponibilità a collaborare con tutte le strutture del territorio (in Regione Campania le prime 10 sedute eseguite con il SSN possono essere prescritte dalla loro figura). Il dr. Guido De Filippo, che lavora presso l’ASL di Caserta, ha esternato il suo disappunto per il mancato riconoscimento del Centro presso cui opera da oltre 15 anni a favore di questi malati. Lo scrivente, a questo punto, ha ricordato che il responsabile della Rete oncologica regionale del Piemonte, qualche settimana fa, esordiva nella sua presentazione in occasione della giornata piemontese di sensibilizzazione, con la frase ‘La Storia in Medicina conta! E se ci sono strutture sul territorio che si sono distinte negli anni per specifica competenza, queste meritano un doveroso riconoscimento da parte delle Istituzioni’. La conclusione ovvia della discussione è stata che, a fronte del ‘tanto’ che si è ottenuto dal punto di vista normativo e della maggior ‘presa di coscienza’ da parte delle istituzioni sul tema specifico dell’assistenza, molto e molto ancora c’è da fare; ma c’è anche da sorvegliare affinché del momento di confusione organizzativa non ne approfittino neo-linfologi d’assalto con danno della qualità assistenziale complessiva. E’ una sensazione precisa e diffusa che induce le poche associazioni che si sono battute in questi anni per ottenere i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, a sorvegliare sempre più criticamente, denunciando eventuali’abusi’ e ‘gap’ che il sistema ancora presenta. Si, perché di imperfezioni nei documenti prodotti ne stanno venendo fuori ; una fra tutte: le forme secondarie (croniche come le primarie) non sono sempre ‘tutelate’. Ci sono dei casi, anche in pazienti relativamente giovani, in cui la malattia tumorale viene considerata definitivamente debellata per cui vengono revocate all’interessato le esenzioni 048, C01, C02 e C03. Ma il linfedema resta e non viene più assicurato nessun ‘paracadute’ verso questo tipo di paziente che entra in un vero e proprio ‘limbo assistenziale’. Anche per questo le due associazioni che hanno contribuito all’organizzazione dell’evento (ITALF ed SOS Linfedema) hanno tempestivamente inviato una richiesta ufficiale, in vista di una imminente revisione dei LEA, al Direttore Generale della Programmazione del Ministero della Salute, affinchè tale problema venga preso in considerazione ed opportunamente risolto.
C’è molto da fare e lo faremo con la solita buona volontà che, anche in tempi così difficili come gli attuali, ha dimostrato che qualcosa si può ottenere e continuare ad ottenere.
 Dr. Sandro Michelini
Napoli 3 Febbraio 2018

Report del prof. Michelini sulla Giornata di sensibilizzazione sul Linfedema Regione Piemonte

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Una formula collaudata, ma sempre nuova nei suoi contenuti e negli aspetti organizzativi.

Questa volta è il dr. Giancarlo Rando, Responsabile dell’Ambulatorio di prevenzione, diagnosi e terapia del Linfesdema dell’ASL Cuneo2, che, senza una scaletta di interventi preordinata ma lasciando parlare e portare la propria esperienza ai malati, alle Associazioni ed agli operatori sanitari, ha realizzato un incontro sul tema che si è sviluppato nella mattinata del 15 Dicembre presso l’Aula della sede della Banca d’Alba.

Erano presenti il Direttore Sanitario dell’ASL Giovanni Messori Ioli (che ha salutato i presenti assicurando un impegno dell’ENTE nei confronti delle problematiche che si andavano discutendo), alcuni primari ospedalieri, molti operatori sanitari provenienti dalla provincia e da altre provincie piemontesi e tanti pazienti.

Ospiti extra-regionali il sottoscritto e la fisioterapista/psicologa Manila Lebois.

Dopo il saluto di benvenuto del dr. Rando lo scrivente ha iniziato a gettare dei sassolini nello stagno della discussione, ricordando l’incidenza dei Linfedemi primari e secondari ed il lungo percorso che ha condotto alla redazione del Documento di indirizzo ministeriale firmato in conferenza Stato-Regioni ed all’inserimento delle forme primarie di linfedema tra le malattie rare e del riconoscimento con propri codici degli indumenti elastici nel nuovo nomenclatore, come dal Documento sui nuovi LEA approvato all’inizio di quest’anno.

E’ stata quindi la volta del Responsabile della Rete Oncologica Piemontese, il dr. Oscar Bertetto, che ha sottolineato come con le nuove tecniche ‘conservative’ (che si basano essenzialmente sulla ricerca e l’esame del linfonodo sentinella) si è sensibilmente ridotta l’incidenza del linfedema secondario, soprattutto dopo interventi per K mammario e per melanoma; ma ha anche ricordato che questo non avviene omogeneamente sul territorio Regionale e, tantomeno, nazionale. Ha poi sottolineato come, nell’ambito dei 5 incontri regionali previsti per il prossimo anno per i gruppi di patologie oncologiche (5 incontri scientifico-divulgativi per gruppo: Cancro della Mammella, Tumori cutanei, Neoplasie di interesse urologico, Ovaie, utero e genitali esterni, Colon), 1 venga riservato ai linfedemi. Bertetto ha anche affermato un concetto, particolarmente attuale:’la Storia nella Medicina conta! In questo senso le Esperienze dimostrate da gruppi di lavoro sul territorio nel tempo debbono essere giustamente valorizzate dall’Istituzione e non dimenticate a favore di chi degli stessi problemi si interessa da poco e male!’. Una sacrosanta affermazione che, alla luce di quanto sta avvenendo in alcune Regioni, sembra quasi ‘profetica’!

 

l’Urologo Giuseppe Fasolis, quindi, ha sottolineato l’importanza della prevenzione anche in sede di primitivo intervento chirurgico demolitivo. Anche se il quadro clinico richiede una ‘radicalizzazione’ nei confronti dei linfonodi locali, è auspicabile che questa venga eseguita nel rispetto almeno delle strutture dei collettori linfatici onde per evitare i Linfoceli postoperatori che spesso accompagnano per mesi il decorso convalescenziale di certi malati. Ha poi sottolineato l’importanza dell’informazione ‘pre-operatoria’ nei confronti dei malati, di una chirurgia ‘pulita’ e corretta mirante alla prevenzione dei danni linfatici ed ha evocato la presenza d’ufficio del ‘Riabilitatore’ nella ‘Task force’ che gestisce il paziente nel periodo post-operatorio.

E’ stata poi la volta del responsabile della Breast Unit, Raffaele Seghesio, che ha auspicato ugualmente una maggior presenza dall’immediato postoperatorio della figura del riabilitatore accanto alla donna operata al seno.

Enzo Aluffi, Responsabile della Medicina d’Urgenza, ha evidenziato come la gestione delle complicanze sia oggetto di grande attenzione in sede di Pronto Soccorso ma ha anche sottolineato l’importanza del ruolo del medico di medicina generale quale primo ‘filtro clinico’ (rammaricandosi che in sala c’erano pochissimi rappresentanti della categoria).

A proposito della prevenzione e dell’informazione preventiva lo scrivente, proiettando un caso clinico emblematico, ha ricordato come, ancora oggi, un paziente con linfedema primario spesso impieghi anni per arrivare alla diagnosi (stressando il concetto che per fare una corretta informazione, l’operatore sanitario deve avere egli stesso, a sua volta, una buona formazione sull’argomento specifico); ma anche nelle forme secondarie, sia per il rifiuto, a volte, da parte dell’operatore di mettere in correlazione il linfedema secondario con l’atto chirurgico che per la insufficiente formazione degli operatori impegnati negli esami strumentali correlati alla diagnosi (in primis i medici nucleari che, a volte, nella refertazione degli esami linfoscintigrafici, si avventurano su deduzioni non completamente congrue con il quadro che l’esame presenta).

 

La responsabile dell’Unità operativa di Oncologia ha altresì sottolineato come la gestione, nel cronico, del paziente oncologico è difficile e deve tener conto anche delle affezioni secondarie (come il linfedema) che correlano la storia tumorale stessa. Fondamentale l’integrazione, in questo senso, con le altre figure sanitarie coinvolte nella gestione stessa.

Un intervento particolare è stato fatto dalla dottoressa Maria Vittoria Oddero, già primario di medicina presso l’ASL Cuneo2, attuale responsabile di un’Associazione dedita alle terapie palliative; ha espresso il concetto che gli ultimi giorni di una vita devono vedere impegnati gli operatori sanitari nei confronti del paziente alla stessa stregua dei primi giorni dopo la nascita: la vita va rispettata dal primo momento all’ultimo e va aiutata la persona a viverla degnamente in ognuno dei suoi momenti esistenziali. Uno scrosciante applauso è poi scaturito spontaneamente quando la dottoressa ha ricordato che, con voto trasversale, il 14 Dicembre in Parlamento è stata approvata le Legge sul ‘fine vita’.

Hanno poi espresso il loro sostegno all’iniziativa, ciascuno con toni diversi ma finalizzati al sostegno di iniziative del genere, la presidentessa dell’ANDOS di Cuneo Ivana Sarotto, la presidentessa dell’Associazione ‘Noi come te’ di Bra,  composta da mastectomizzate, Norma Costantini, il Presidente dell’Associazione Limpido, Fabrizio Barale, ed il vice Presidente Maurizio Maiorino, un’associazione che si occupa prevalentemente dei pazienti con linfedema primario in età evolutiva (visto che di loro è il futuro!), la fisioterapista Virna Facheris che, in rappresentanza dell’Associazione SOS Linfedema ha portato i saluti del Presidente Francesco Forestiere ed ha descritto l’enorme lavoro fatto negli anni dall’Associazione stessa nei confronti delle istituzioni, a favore dei malati; ha anche descritto l’attività dell’ITALF, altro patrocinante dell’iniziativa.

Rando e le sue terapiste hanno quindi descritto la loro attività dopo che una serie di pazienti, affetti sia da forme primarie che secondarie avevano raccontato la loro esperienza esistenziale sottolineando il grande ‘vuoto’ assistenziale che li ha accompagnati per tanti lunghissimi anni. In particolare hanno presentato, oltre alle attività prettamente riabilitative fisiche, anche altre forme di assistenza, come la Musicoterapia (i cui progetti sono stati sovvenzionati dall’ANDOS che, per l’occasione, nella figura della presidentessa, ha espresso l’intenzione di continuare a farlo per il prossimo futuro).

Una terapista del suo gruppo ha anche presentato un filmato su un ‘campus’ organizzato con 21 famiglie (provenienti da più paesi ed in collaborazione con l’International Lymphoedema Framework e con il responsabile delle malattie rare Regione Piemonte dr. Roccotello e dalla fisioterapista Stasi Elodie), indirizzato prevalentemente a pazienti in età

evolutiva. Ha chiuso la giornata Manila Lebois, fisioterapista e psicologa che, dopo aver sottolineato l’importanza di un approccio completo con il paziente in presenza di una malattia cronica come il linfedema in cui il termine ‘per sempreì terrorizza l’interessato se non trasmesso con le dovute maniere, ha proiettato un filmato sul campus ‘Lymphoedema Village’ organizzato sul Pollino, con il patrocinio di SOS LInfedema e di ITALF, a favore di pazienti di varie età, affetti sia da forme primarie che secondarie, in un clima di coinvolgimento terapeutico/ludico indimenticabile e sicuramente da ampliare con altre esperienze similari.

Una giornata degna di essere ricordata che segna un’altra svolta culturale nei confronti della patologia.

Dr. Sandro Michelini

Alba 15 Dicembre 2017

 

 

 

 

 

 

 

 

Decreto della regione Lombardia di recepimento allegati dei LEA

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DELIBERAZIONE N° X / 6800 Seduta del 30/06/2017

Pubblichiamo per la utilità di tutti gli interessati il documento della Regione LOMBARDIA con cui sono stati recepiti gli Allegati dei Lea.

LEGGI – SCARICA IL DOCUMENTO
PDF PUBBLICATO DALLA REGIONE LOMBARDIA

Decreto della Regione Emilia Romagna di recepimento allegati dei LEA

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 DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 27 MARZO 2017, N. 365

Pubblichiamo per la utilità di tutti gli interessati il documento della Regione Emilia Romagna con cui sono stati recepiti gli Allegati dei Lea.

II Provvedimento attuativo nell’ambito dell’assistenza territoriale del DPCM 12 gennaio 2017 recante “Definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, di cui all’articolo 1, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502” pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 65 del 18 marzo 2017. – S.O. n.15

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PDF PUBBLICATO DALLA REGIONE EMILIA ROMAGNA